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Abitando nelle loro case, si ritrovano insieme;
e nel loro abituale stato di vita,si sostengono gli uni gli altri
nella ricerca della volontà di Dio.
Domandano a Gesù che la loro famiglia diventi
una parabola della comunità cristiana,
sappia riscoprire e mettere in luce
qualche aspetto della vita di Gesù:
in particolare la sua obbedienza al Padre,
la sua confidente preghiera, la sua fedeltà fino alla fine,
la sua attenzione per i piccoli, per i poveri e per i peccatori.
Imitando Gesù, la loro casa e il loro cuore,
il loro tempo e il loro denaro non sarà soltanto per loro.
Gesù cingerà loro la veste e ancora li condurrà
là dove loro non vorranno.
Ed essi si lasceranno condurre, senza timore,
di fronte a qualche audacia della carità.
Sanno che i figli sono un dono di Dio;
e per ogni figlio che nasce, non solo per i propri,
chiedono la casa e l’amore;
invocano per tutti la grazia di trasmettere la fede:
il far conoscere Gesù è sentito da loro
come una grande responsabilità
e come motivo di speranza.
Conoscono le infinite forme della fecondità
del corpo, dall’anima e della parola;
hanno in grande stima
e accompagnano con affetto
la verginità consacrata che si vive nella Chiesa.
La bontà del cuore e la benevolenza della vita,
la sollecitudine del perdono e la riconciliazione fraterna,
la beatitudine della pazienza e la gioia della comunione
saranno i segni della appartenenza
ad una comunità spirituale.
In questa forma di amore
vivono buone relazioni con tutti,
a partire dalla propria famiglia
e si rendono attenti ad ogni uomo
che cade lungo la via.
La comunità dei Discepoli del Signore è un insieme di famiglie, le quali, pur
abitando in località diverse e nelle rispettive case, si uniscono in alcuni momenti
particolari per aiutarsi a sostenere la fede nella concretezza della vita. L’esperienza
spirituale dei coniugi coinvolge necessariamente tutta la loro famiglia, in modo
particolare i loro figli.
La famiglia, infatti, è un intreccio di relazioni, di storia, di tradizione e di futuro.
Essa è profondamente radicata nella vita delle persone, anche se nessuno sceglie la
sua famiglia di origine, ma la riceve immediatamente con il dono della vita. Nel
matrimonio cristiano, in particolare, la famiglia è il frutto spirituale del sacramento
celebrato. Questo frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza,
bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (cfr. Gal 5, 22).
La ricerca della volontà del Signore è un orientamento non solo degli sposi
ma di tutta intera la famiglia, e questo comporta un grande impegno educativo e
una costante vigilanza sulle scelte quotidiane della vita. Questo intenso anelito a
seguire il desiderio di Gesù nel portare a compimento la propria vocazione crea una
fortissima unità, a tal punto che «Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è
fratello, sorella e madre » (Mc 3,35).
Le famiglie dei Discepoli del Signore con la loro vita, il loro modo di esprimersi
nelle parole e nelle opere desiderano essere, in un certo modo, il racconto di
qualche parabola del Vangelo. Vorrebbero raccontare con la loro stessa esistenza
qualche tratto della figura e dell’insegnamento di Gesù. In questo senso,
l’Associazione che le unisce è stata chiamata Comunità La Parabola, centro di
spiritualità e di accoglienza.
I tratti della persona di Gesù, che diventano per queste famiglie i luoghi più
cari di imitazione, sono in particolare l’obbedienza di Gesù al Padre, la sua
preghiera, il suo amore che va fino alla fine, la sua attenzione per i piccoli, per i
poveri e per i peccatori. Con questa sensibilità tengono cara la preghiera del
Signore: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto
queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.» (Mt 11,25).
Questo modo di vivere conduce le famiglie dei Discepoli del Signore ad una
modalità di sequela particolarmente aperta al futuro di Dio. E’ necessario per loro
costruire una certa forma di distacco dal denaro, dai beni e dal luogo di residenza,
per essere disponibili ai segni che il Signore vorrà loro mandare lungo la vita.
É importante perciò che si aiutino insieme a coltivare e a sostenere una
particolare sintonia di interessi e di intenti, per rendersi disponibili a qualche forma di
comunione dei beni e ad eventuali occasioni di ospitalità secondo lo spirito delle
prime comunità cristiane, perché un cuore solo e un’anima sola si riconoscano in
qualche forma anche straordinaria di carità (cfr. At 4,32).
Ci sono poi eventi della vita che nessuna famiglia cerca, ma che il Signore
manda, come vuole e quando vuole: difficoltà nel mondo del lavoro, nella salute
propria o dei propri cari, nella problematicità di qualche relazione, in alcune scelte
difficili legate all’educazione dei figli o alla cura dei genitori. I Discepoli del Signore
vivono nella fede queste circostanze ricordando le parole di Gesù. «In verità, in
verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma
quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu
non vuoi» (Gv 21,18). Così si porta, fino al compimento, la sequela di Cristo.
I Discepoli del Signore accolgono i figli che Dio concederà loro come un
dono prezioso da custodire e far crescere nell’assoluta libertà della loro vocazione.
Sanno che la presenza di un padre e di una madre è un diritto fondamentale per
ogni bambino, per questo sono particolarmente attenti nel custodire questa loro
responsabilità. Presentano i loro figli alla comunità cristiana per chiedere la grazia
del Battesimo e iniziare con loro un cammino che li porta a conoscere Gesù.
Accanto all’educazione globale della loro persona, considerano la crescita nella
fede dei loro bambini una grazia molto particolare: per questo pregano essi stessi
per loro e li introducono in una progressiva esperienza di preghiera. È proprio
attraverso il linguaggio e il contesto familiare che i bambini possono respirare il clima
spirituale necessario per crescere nella fede, nella carità e nella speranza.
RIMANETE NEL MIO AMORE :
5. La famiglia
I Discepoli del Signore sanno che non possono educare da soli i loro figli e per questo si preoccupano di ricercare nella più grande comunità cristiana i
luoghi e gli strumenti perché, con altri fratelli, possano gustare la bellezza di appartenere alla Chiesa. Così si preparano a portare a compimento l’itinerario
della iniziazione cristiana. Hanno a cuore la loro crescita e la loro vocazione, che custodiscono nella libertà e nel rispetto, favorendo in loro una pronta
sensibilità verso le intuizioni dello Spirito.
Le esigenze del Vangelo e una corretta pedagogia dell’infanzia rendono i genitori vigilanti di fronte ad alcuni eccessi della cultura dominante che spesso
non garantisce quella giusta criticità nei confronti dei figli. Anche i bambini hanno bisogno di crescere senza egoismi e generosamente disponibili alle
esigenze degli altri. Per questo, senza concedere tutto, li accompagnano con sobrietà, affetto e libertà nei passi necessari della vita.
Ogni famiglia racchiude il tesoro di numerose fecondità. Solo l’amore ne garantisce l’intensità e solo la preghiera ne sostiene l’attesa. Il matrimonio cristiano
promuove la vita, la ricerca, la custodisce e la fa crescere perché è un segno della gloria di Dio. Ogni figlio che nasce è un segno della fedeltà di Dio ed è
un motivo di speranza per il futuro dell’umanità. I Discepoli del Signore accompagnano con la fede e con l’affetto le maternità e le paternità che tutta la
comunità esprime, e si sentono particolarmente vicini nella preghiera e nell’attesa a tutti coloro che desiderano un figlio.
Tutti sanno però che la fecondità di un matrimonio è un dono che va ben oltre quella del corpo, ma raggiunge tutte le dimensioni della vita. Ci sono molte
espressioni della vita personale e di coppia, della vita professionale e sociale che sono segni di un’autentica fecondità spirituale. Inoltre, i Discepoli del
Signore sono particolarmente sensibili a tutte quelle forme di vicinanza e di accompagnamento ospitale di quei bambini che cercano l’affetto e la presenza
di una famiglia. Essi tengono in grande considerazione tutte le vocazioni nella Chiesa, e condividono la fede e l’amore di coloro che proprio nella verginità
per il Regno hanno scelto di esprimere la gioia luminosa della loro fecondità.
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