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Coltivano una matura confidenza
con Maria, la vergine madre:
lei che dal turbamento del cuore
ha creduto alla parola,
lei che è rimasta presso la croce
a ricevere la sua feconda eredità
li condurrà sempre a Gesù.
Maria, la madre,
è invocata nella «salve regina»,
perché nella vita ogni valle di lacrime
diventi una sorgente di speranza.
I discepoli del Signore
nella durevole festa delle loro nozze
non dimenticano mai
quell’invito carico di promesse.
che Maria fece ai servi di Cana,
quando disse: «fate quello che vi dirà».
Così, la vergine sposa
madre della misericordia
li accompagnerà e li terrà uniti,
in ogni momento,
adesso e nell’altissima ora della morte.
Così, nella fede,
con umiltà e senza presunzione,
i discepoli del Signore
aspetteranno i nuovi miracoli di Dio.
Il mistero di Maria è descritto dalla tradizione in due modi prevalenti: il suo essere
madre ed il suo essere vergine che sintetizzano la sua figura spirituale e il suo rapporto con
Gesù. La maternità è la missione che le è stata affidata e che si concretizza tramite l’opera
dello Spirito; come la maternità trasforma la personalità di una donna, così questo compito
trasforma la personalità di Maria: il suo impegno sarà seguire accogliendo, quel Gesù che si
consegna per la salvezza dei fratelli. La verginità di Maria mette in luce una comunione unica
e profonda; é il segno di un amore fedele, di una vita che si dona senza riserve al suo Signore
in totale dedizione. Maria ha vissuto nel silenzio e nel nascondimento di Nazareth
raccogliendo la sua fede attorno a Gesù Cfr. Colzani Gianni, Maria, mistero di grazia e di
fede, San Paolo, Cinisello Balsamo, 1996, pp. 335; Larraňaga Ignacio, IL silenzio di Maria,
Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo, 1987, pp. 204..
I Discepoli del Signore vorrebbero che le loro famiglie e le loro case abbiano la
semplicità, la discrezione e la fede che ha circondato il mistero di Maria. L’annunciazione, la
croce e l’attesa dello Spirito sono i luoghi spirituali della loro confidenza e della loro
devozione. In ogni famiglia viene il momento di qualche nuova rivelazione e spesso il dubbio
e il turbamento bloccano le energie più umane: nascono le indecisioni, i tentennamenti, le
mille perplessità che rendono debole la fede e arrestano le buone intenzioni della carità. In
quel momento Maria è accanto a queste famiglie perché nell’affidamento alla parola e
nella grazia della fede abbiano il coraggio di nuove fecondità, secondo la carne o secondo
lo spirito. I Discepoli del Signore ricordano che anche Maria «rimase turbata e si domandava
che senso avesse» (cfr Lc 1,29-31). Per la fede divenne la madre del Signore.
Quando nella vita matrimoniale viene il tempo della difficoltà, del dolore o della
morte di qualche persona cara, oggi come allora, Maria è accanto ai Discepoli del Signore,
perché avvenga uno scambio di doni, di conforto e di speranza: ciascuno in quelle ore
drammatiche della vita porta tutto quello che ha. I Discepoli del Signore sanno che viene
l’ora del soffrire e cercano di imparare a stare insieme sotto la croce, perché anche a loro,
nell’oggi della storia, venga affidata una preziosa eredità. La testimonianza del Vangelo di
Giovanni sostiene la loro preghiera: «Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di
sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e
accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio! Poi disse
al discepolo: «Ecco tua madre!»..E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé»(Gv 19,25-27).
Spesso la vita contemporanea pone gli sposi cristiani in condizioni non facili:
la complessità dei contesti sociali in cui si vive oggi, le decisioni da prendere e le
responsabilità da sostenere, portano spesso i Discepoli del Signore a chiedere a Gesù il dono
del discernimento. Maria raccoglie la loro invocazione e la loro preghiera, sostiene ancora
l’attesa dello Spirito, spirito di consiglio e di fortezza, ed essi si sentono spiritualmente in
comunione con gli amici di Gesù, i quali dopo la Pasqua «erano perseveranti e concordi nella
preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui.» (At 1,14).
La devozione mariana va ricompresa alla luce del Vangelo. In questo senso possiamo
parlare di attualità della figura spirituale di Maria o più precisamente dovremmo parlare di
perennità della figura spirituale di Maria; la spiritualità mariana, infatti non dovrebbe venire
confusa con una delle tante spiritualità possibili; appartiene al costituirsi della vita secondo lo
Spirito di Gesù. Essa indica, come il dato oggettivo del mistero cristiano, attraverso l’azione
dello Spirito, si traduca in una sapienza di vita, in un criterio che ogni vocazione accoglierà
poi, creativamente, al suo interno Colzani Gianni, Maria, mistero di grazia e di fede, San
Paolo, Cinisello Balsamo, 1996, pp. 335..
Solo un’esperienza spirituale matura può condurre ad una giusta devozione verso la
Madonna. I Discepoli del Signore curano questa devozione con la preghiera del rosario.
Nella contemplazione dei misteri di Cristo, incontrano Maria come una presenza amica, la
quale sempre, come ogni madre nei confronti di un figlio, introduce a Gesù. Per questo il suo
cenno diventa prezioso e la sua indicazione accompagna l’agire dei cristiani. Lei sa quello
che bisogna fare, soprattutto nei momenti più trepidi della vita e nelle relazioni più difficili.
Solo lei, come evoca il profeta, è in grado di intercedere per trasformare ogni valle di Acor in
porta di speranza, e lasciar libero il canto delle madri di fronte al futuro dei loro figli (cfr Osea
2,17). I Discepoli del Signore ascoltano Maria, come quel giorno ad una festa di nozze,
quando disse ai servi: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».» (cfr Gv 2,5).
Solo la misericordia è capace di tenere insieme la povertà umana. In Maria, la
misericordia è madre. La vergine sposa è per i discepoli l’immagine della Chiesa, la quale
comprende, incoraggia, accoglie e perdona. I Discepoli del Signore invocano Maria, perché
interceda per loro presso il Figlio, adesso nel cuore della storia e soprattutto nell’ora della
morte. Con Maria si impara a vivere e ad attendere; con lei si impara anche a morire. Il
nascondimento di Maria mantiene i discepoli del figlio nell’umiltà del cuore; cancella in loro
ogni forma di presunzione; li invita ad affidarsi perché sappiano riconoscere i segni miracolosi
di Dio nella vita delle persone.
I Discepoli del Signore amano la preghiera di intercessione e si affidano a Maria per
questa forma di orazione. Insegnano ai loro figli la preghiera dell’Ave e spiegano a loro che
Maria è la mamma di Gesù. Il mistero della maternità accomuna ogni madre e sostiene il
canto del Magnificat in ogni casa.(cfr. Lc 1,46ss).
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8. Come Maria
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